STEP #07 - Il mito

Il quadrante è lo strumento astronomico per eccellenza, usato da tutti i più grandi scienziati antichi; e il cielo è pieno di costellazioni a cui è stato dato un nome, nella maggior parte dei casi dalla mitologia greca. La più famosa leggenda del cielo è quella di Andromeda, e per raccontarla cito un passo scritto da Gabriele Vanin in questa pagina del suo blog.

"La leggenda di Andromeda collega fra loro sei diverse costellazioni: è la storia di una principessa etiope, che però aveva la disgrazia di avere per madre una regina (Cassiopea) che parlava troppo, vantandosi di essere più bella delle Nereidi, le ninfe del mare. Ciò produsse la collera di Poseidone, che mandò un orribile mostro marino, (rappresentato dalla Balena) a devastare le coste d'Etiopia. Il padre di Andromeda, re Cefeo, andò dall'oracolo di Ammone per sapere che cosa doveva fare per allontanare dal paese la calamità. Dopo avergli spiegato il motivo della collera del dio, l'oracolo disse allo sconvolto sovrano che l'unico modo per far finire le devastazioni era sacrificare la figlia al mostro. Andromeda venne perciò incatenata ad uno scoglio, in attesa dell'orrenda fine.

Così la trovò Perseo, in volo da quelle parti con i sandali alati donatigli dalle Ninfe Stigie, di ritorno dall'uccisione della Medusa.



L’eroe, informatosi di quanto era successo e fattosi promettere in sposa la figlia da Cefeo e Cassiopea se fosse riuscito a liberarli dal mostro, abbatté l'orrenda creatura in una battaglia epica. A malincuore, i re mantennero la promessa, mentre Andromeda, grata e riconoscente, accettò con gioia l'unione con il campione che si era già coperto di gloria in imprese precedenti. Tuttavia, Cassiopea si rimangiò la promessa e, d'accordo con Fineo, zio e precedente fidanzato di Andromeda, complottò contro Perseo. Ma questi, scoperto l'inganno, sgominò i nemici mostrando loro la testa della Gorgone. Dopo il matrimonio, Perseo portò Andromeda in Grecia, dove divenne re di Tirinto non potendo tornare ad Argo, la sua patria, perché vi aveva ucciso accidentalmente il re, suo nonno Acrisio. Qui vissero felici e contenti, procreando ben 13 figli!"

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